Disgrafia

Secondo le “Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento allegate al Decreto Ministeriale del 12 Luglio 2011” quando si parla di disgrafia si fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; […] che si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura.

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Ma vediamo insieme quali sono i vari aspetti che caratterizzano e/o influiscono la scrittura.

Processo di scrittura

Il bambino che impara a scrivere deve:

Ascoltare –> associare l’immagine mentale –> effettuare articolazione fonemica e analisi della sequenza fonemica –> tenere a mente le regole di conversione fonema-grafema –> procedere con l’ attivazione degli schemi grafomotori

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Spesso oggi  vengono presentati contemporaneamente i diversi allografi (Stampato maiuscolo, Stampato minuscolo, Corsivo minuscolo e maiuscolo), portando il bambino ad un maggiore impegno a livello visivo e motorio, con conseguente aumento di difficoltà nella memorizzazione e nell’esecuzione.

E’ importante ragionare sul fatto che il carattere corsivo prevede un’alternanza nella tensione e nella distensione muscolare, legami tra le lettere con conseguente fluenza e maggiore rapidità rispetto allo stampato; pertanto va considerato che l’apprendimento di tale carattere comporta una maggiore difficoltà. E’necessario, quindi, procedere con l’insegnamento seguendo percorsi preordinati.

Inoltre il corsivo rappresenta il passaggio intermedio per arrivare alla lettura dello stampatello minuscolo in quanto le sagome dei caratteri sono molto affini (Riccardi Ripamanti, 2009).

Se chiediamo a un bambino di scrivere più caratteri senza aver fatto un’adeguata preparazione propedeutica e senza chiare indicazioni sugli elementi che lo costituiscono (gesto e direzione) ne deriverà un apprendimento approssimativo e quindi, nella maggior parte dei casi, potrebbe presentarsi una grafia incerta.

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Perciò è fondamentale che i bambini facciano quanto più possibile esperienza di attività che sollecitino:

  • Le competenza visuo-percettiva
  • La coordinazione oculo-manuale
  • L’organizzazione spaziale
  • La lateralizzazione
  • La motricità intrinseca digitale
  • ecc…
Postura

Ancora se parliamo di controllo del tratto grafomotorio e di coordinazione oculo-manuale bisogna prestare attenzione alla postura. Spesso i bambini assumono delle posture scorrette o atteggiamenti viziati che possono incrementare l’affaticamento, oltre a condurre, col passare del tempo, ad atteggiamenti viziati della colonna.

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Impugnatura

Riguarda il modo in cui una persona tiene in mano lo strumento grafico (penna, matita, colore, ecc…). Anche l’impugnatura cambia ed evolve durante la crescita, passando da una presa “a pugno chiuso” (globale) fino ad arrivare all’impugnatura a presa tridigitale a dita flesse dinamica, all’incirca l’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Va però detto che sebbene la presa tridigitale sia l’impugnatura più corretta ed ergonomica, in realtà, esistono tanti casi in cui un’impugnatura “personale” non necessariamente la si deve considerare scorretta, specialmente se non determina fatica e dolore durante la scrittura!

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Compito del terapista oltre a definire quali obiettivi, e dunque quali attività, sono necessarie per poter allenare la competenza grafo-motoria, è anche quello di stabilire se introdurre strumenti utili per favorire una più funzionale impugnatura e un maggiore controllo dell’atto grafico.

  • Penne e matite con impugnatura ergonomica
  • Grips
  • Quaderni con righe evidenziate
Fattori di rischio
  • Lateralizzazione non stabilizzata
  • Presa dello strumento grafico immatura
  • Disegno immaturo
  • Tratto troppo marcato o troppo leggero
  • Disorganizzazione spaziale
  • Stancabilità
Suggerimenti

Si consiglia dunque, specialmente in età prescolare, di proporre tutte quelle attività manuali che permettono al bambino di fare esperienza di gestualità, motricità fine, coordinazione delle due mani, controllo e attenzione visiva: date sfogo alla creatività! Disegnare, colorare, pregrafismo, ritagliare e incollare, fare collane, decoupage, lavoretti, incastri e costruzioni, chiodini e autonomie di abbigliamento (bottoni, zip, cinghie, ecc…).

In caso di dubbio del genitore o dell’insegnante è sempre bene considerare la possibilità di effettuare un accertamento attraverso la Valutazione Funzionale di un professionista sanitario della riabilitazione.

 

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Progetto VisivaMente

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Giorno 5 maggio 2018 alle ore 16.00 si terrà la giornata informativa gratuita sul

Progetto VisivaMente

presso lo Studio di Logopedia e Neuropsicomotricità Nuovo Salario, in Via Chiusi 31.
Il Progetto VisivaMente propone un Training visivo integrato con due figure specializzate nel settore: Dott.ssa Valeria Zancana TNPEE e Dott.ssa Miriana Vassallucci Ortottista.
La giornata informativa è aperta a genitori, insegnanti, educatori, Medici Pediatri, Neuropsichiatri, Oculisti, specialisti e operatori che si occupano di età evolutiva.
E’ necessaria la prenotazione.

Volantino Progetto VisivaMente

Chi è l’Ortottista?

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Oggi voglio proporvi il seguente articolo scritto dalla collega Miriana Vassallucci, Dott.ssa Ortottista ed assistente in oftalmologia, ribadendo l’importanze del lavoro di equipe e dell’intervento multidisciplinare.

Buona lettura

 

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L’Ortottista è un professionista sanitario che ha conseguito la laurea in “Ortottica ed assistenza oftalmologica”, appartenente alla facoltà di Medicina e Chirurgia.

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L’ortottista si occupa di:

  • Prevenzione, valutazione e riabilitazione dei disturbi visivi che impediscono una «visione binoculare» normale (la visione dei due occhi insieme);
  • Strabismo a tutte le età: l’intervento dell’ortottista nel bambino ha lo scopo di individuare precocemente l’ambliopia (il così detto “occhio pigro”) e di riabilitare la motricità oculare. Nell’adulto invece mira a risolvere dal punto di vista funzionale il problema della diplopia (o visione sdoppiata);
  • Studio dei movimenti oculari, essenziali nella letto-scrittura e nei disturbi dovuti alla cattiva postura;
  • Ipovisione, in età pediatrica ed adulta;
  • Esame della refrazione;
  • Esami strumentali oculistici Es: esame del campo visivo, tonometria, topografia corneale, OCT, esami elettrofisiologici ecc.;
  • Assistenza nella sala operatoria in interventi di chirurgia oftalmica.

Svolge la sua attività in collaborazione con Medici ed altre Professioni sanitarie, nelle vesti di libero professionista o come dipendente presso diverse strutture:

  • Strutture del Servizio Sanitario Nazionale o analoghe strutture private (ospedali, cliniche, ambulatori, studi medici)
  • Servizi di Neuropsichiatria Infantile e di Riabilitazione
  • Centri di Ipovisione

 

La riabilitazione ortottica nei DSA, ADHD e DCDort3

Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione degli esperti riguardo il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), perché sono cambiate le nostre esigenze visive e culturali. I bambini con DSA vengono seguiti da un’equipe multidisciplinare, che include lo psicologo, il neuropscichiatra infantile, il logopedista, il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, l’oculista ed anche l’ortottista. La presa in carico del paziente è infatti un processo integrato e continuativo che garantisce interventi utili a ridurre il disturbo ma soprattutto a favorire l’inserimento scolastico, sociale e lavorativo del piccolo paziente.

Il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) può riguardare:

  • Dislessia, disturbo nella lettura
  • Disortografia, disturbo nella scrittura
  • Disgrafia, disturbo nella grafia
  • Discalculia, disturbo nelle abilità di numero e calcolo

Spesso nel bambino sono presenti due o più di queste condizioni di DSA, e possono associarsi a disturbi neuropsicologici, tra cui il disturbo dell’Attenzione con Iperattività (ADHD) e il deficit di coordinazione motoria (DCD).

La figura dell’ortottista nei DSA, ADHD e nei DCD valuta e riabilita, se necessario, i movimenti oculari (saccadici e lenti di inseguimento), fondamentali nelle attività di lettura, scrittura e correttezza ortografica. Diversi studi hanno infatti dimostrato che i movimenti oculari, se alterati, possono influire sulla resa scolastica del bambino sommandosi ad eventuali difficoltà di base ed interferendo anche sull’attenzione e la concentrazione.

Il trattamento ortottico avrà quindi lo scopo di potenziare la correttezza e la precisione dei movimenti oculari, delle abilità oculo-motorie e visuo-percettive, aiutando così il bambino non solo nello svolgimento delle attività scolastiche ma anche in tutte quelle attività di vita quotidiana che vedono interessate queste abilità.

Attenzione: Una visita oculistica di routine, specialmente se non associata ad una valutazione ortottica, può non identificare la difficoltà nei movimenti oculari!

 

Che cos’è l’Ambliopia?

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L’Ambliopia, conosciuta come “occhio pigro”, consiste in un’alterazione della funzione visiva che si traduce in una diminuzione dell’acuità visiva (visus) non correggibile con gli occhiali. Si manifesta in età infantile e può migliorare se si interviene tempestivamente. Le cause più frequenti dell’insorgenza dell’ ”occhio pigro” sono: strabismo, difetti refrattivi non corretti (miopia, ipermetropia ed astigmatismo), differenza di difetto di vista tra un occhio e l’altro, anomalie presenti alla nascita (come abbassamento della palpebra o cataratta). La terapia antiambliopica deve essere iniziata il prima possibile e consiste perlopiù nell’uso di bende oculari (occlusione). La durata e il dosaggio del trattamento variano secondo l’età del paziente, l’entità dell’ambliopia e la collaborazione della famiglia del bambino.

Dott.ssa Ortottista Miriana Vassallucci