Progetto VisivaMente

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Giorno 5 maggio 2018 alle ore 16.00 si terrà la giornata informativa gratuita sul

Progetto VisivaMente

presso lo Studio di Logopedia e Neuropsicomotricità Nuovo Salario, in Via Chiusi 31.
Il Progetto VisivaMente propone un Training visivo integrato con due figure specializzate nel settore: Dott.ssa Valeria Zancana TNPEE e Dott.ssa Miriana Vassallucci Ortottista.
La giornata informativa è aperta a genitori, insegnanti, educatori, Medici Pediatri, Neuropsichiatri, Oculisti, specialisti e operatori che si occupano di età evolutiva.
E’ necessaria la prenotazione.

Volantino Progetto VisivaMente

La valutazione qualitativa “Neuropsicomotoria” del Disegno

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Kristian (7 anni): “Col disegno puoi disegnare alcune cose, io disegno poco, mi piace un po’. Ai bambini i disegni piacciono perché si può disegnare, si può colorare, si può giocare, si può fare un regalo (tipo i cuori), ma si possono fare anche i soldi finti per giocare!”.

Il disegno dei bambini nell’immaginario collettivo spesso rappresenta un’espressione ludica; questo è indubbiamente vero, ma non rende del tutto giustizia alla valenza che il disegno possiede in termini di espressione emotiva, competenza cognitiva, esecuzione fine-motoria, capacità attentiva, coordinazione oculo-manuale, organizzazione spaziale e temporale. Si può infatti definire l’atto del disegnare come un sistema complesso che implica molte e differenti competenze simultaneamente.

Per tutte queste ragioni il disegno da sempre interessa (ed affascina) gli esperti che studiano lo sviluppo del bambino e sono stati proposti negli anni molti protocolli e test valutativi pensati per indagare tale competenza, andando ad analizzare gli aspetti psicologici, o gli aspetti ideativi o ancora quelli esecutivi.

Riferendoci poi, nello specifico, alla figura professionale del TNPEE, che va a lavorare sull’integrazione di tutte le aree di sviluppo del bambino, il disegno viene quotidianamente utilizzato come strumento e valutativo e terapeutico. Tuttavia l’argomento tanto dibattuto risulta ancora poco “standardizzato” specialmente in termini valutativi. […]

Tra le aree di sviluppo analizzate all’interno della Valutazione Neuropsicomotoria viene in genere inserito il “Livello Grafico”. Solitamente l’analisi di questo livello è di tipo qualitativo, si può chiedere al bambino di effettuare un disegno a piacere, un disegno su richiesta, che spesso riguarda la rappresentazione della figura umana e/o della casa o, ancora, rappresentazioni piuttosto comuni, come il prato, il cielo, il sole, ecc…; spesso viene richiesto in aggiunta a questi l’esecuzione del “disegno cognitivo” (di cui parleremo in un post successivo).

Ciò che il terapista va ad osservare è l’elaborazione del disegno, che fornisce degli indizi circa il livello di sviluppo attuale del bambino, in relazione all’età cronologica, quindi ad es. se stiamo valutando un bambino di 5 anni ci aspetteremo che la figura umana sia completa di tutte le parti del corpo e che compaiano i primi particolari “accessori” come, ad esempio, i bottoni, le scritte sui vestiti, un pallone da calcio e così via. Un’altra osservazione riguarda la “ambientazione”, se viene rappresentata, da cosa è composta, se è essenziale, se si ripete sempre allo stesso modo da un disegno all’altro, o se è, invece, ricca e fantasiosa, ecc…

Il Terapista andrà dunque ad osservare l’utilizzo dello spazio all’interno del foglio: vedrà se il bambino decide di utilizzare tutto lo spazio a sua disposizione, oppure se preferisce limitarsi ad una porzione, per esempio solo quella inferiore o solo quella superiore, o ancora se andrà ad utilizzarne solo una metà; a tal proposito è sempre bene indagare anche le competenze visive, attraverso i test visuo-percettivi, ma, se necessario, anche richiedendo un consulto specialistico di figure quali Ortottista e/o Oculista (si pensi ad es. al fenomeno del Neglect riscontrabile in alcune forme di emiparesi in cui il soggetto presenta un’esclusione a livello attentivo, visivo, ma anche uditivo e sensoriale in generale verso l’emi-spazio controlaterale alla lesione).

Risulta importante inoltre l’analisi del tratto grafico: questo può essere sicuro e lineare, incerto e/o tremolante, marcato o leggere, continuo o segmentato, e lo si può osservare in fase di disegno (tracciato) ma anche durante la fase del colorare; si andrà quindi ad esaminare anche la capacità o meno di rimanere all’interno dei bordi tracciati e di colorare in modo uniforme senza lasciare spazi bianchi, utilizzando un’unica direzione oppure no.

A questo punto sarà importante effettuare un esame dell’impugnatura dello strumento grafico, osservare se il bambino sceglie una sola mano, e quale, o se non è ancora maturato il processo di lateralizzazione.

Al di là del tipo di impugnatura, più o meno corretta che il bambino può utilizzare, anche in base alla fase di sviluppo, è importante riuscire a riconoscere se quella specifica impugnatura risulta essere funzionale per quel singolo bambino: ciò significa che se, per es. in fase di scrittura, egli non lamenta stancabilità, dolore, sudorazione, ecc… quell’impugnatura potrebbe essere considerata per lui efficace.

Oltre agli indizi riguardanti il livello cognitivo del bambino, il disegno ci permette di indagare su determinati parametri che possono essere indice di successive difficoltà a livello grafo-motorio in fase di apprendimento della scrittura ed in particolare del carattere corsivo.

Questi segnali di rischio sono:

  • Lateralizzazione non stabilizzata
  • Presa dello strumento grafico immatura
  • Disegno immaturo
  • Tratto troppo marcato o troppo leggero
  • Disorganizzazione spaziale
  • Stancabilità

Per concludere, come già esplicitato in precedenza, la valutazione del disegno rappresenta solo una parte della Valutazione Neuropsicomotoria, non è dunque la sola analisi del disegno del bambino a determinare la presenza o meno di una difficoltà. Il disegno, però, insieme a tutti gli altri dati emersi dalla Valutazione (a livello comportamentale, motorio-prassico, ludico, linguistico) si rivela molto utile ed interessante per poter tracciare il profilo di sviluppo del bambino e per poter elaborare, qualora fosse necessario, il programma riabilitativo specifico ed individualizzato.

Chi è il TNPEE

D.M. 17 gennaio 1997, n. 56
Regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo
professionale del terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva.
————————
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 14 marzo 1997, n. 61.

1. 1. È individuata la figura professionale del terapista della neuro e psicomotricità dell’età
evolutiva, con il seguente profilo: il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge, in
collaborazione con l’équipe multiprofessionale di neuropsichiatria infantile e in
collaborazione con le altre discipline dell’area pediatrica, gli interventi di prevenzione,
terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili, nelle aree della neuropsicomotricità,
della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo.
2. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, in riferimento alle diagnosi e
alle prescrizioni mediche, nell’ambito delle specifiche competenze:
a) adatta gli interventi terapeutici alle peculiari caratteristiche dei pazienti in età evolutiva
con quadri clinici multiformi che si modificano nel tempo in relazione alle funzioni
emergenti;
b) individua ed elabora, nell’équipe multiprofessionale, il programma di prevenzione, di
terapia e riabilitazione volto al superamento del bisogno di salute del bambino con
disabilità dello sviluppo;
c) attua interventi terapeutici e riabilitativi nei disturbi percettivo-motori, neurocognitivi e nei
disturbi di simbolizzazione e di interazione del bambino fin dalla nascita;
d) attua procedure rivolte all’inserimento dei soggetti portatori di disabilità e di handicap
neuro-psicomotorio e cognitivo; collabora all’interno dell’équipe multiprofessionale con gli
operatori scolastici per l’attuazione della prevenzione, della diagnosi funzionale e del
profilo dinamico-funzionale del piano educativo individualizzato;
e) svolge attività terapeutica per le disabilità neuro-psicomotorie, psicomotorie e
neuropsicologiche in età evolutiva utilizzando tecniche specifiche per fascia d’età e per
singoli stadi di sviluppo;
f) attua procedure di valutazione dell’interrelazione tra funzioni affettive, funzioni cognitive
e funzioni motorie per ogni singolo disturbo neurologico, neuropsicologico e
psicopatologico dell’età evolutiva;
g) identifica il bisogno e realizza il bilancio diagnostico e terapeutico tra rappresentazione
somatica e vissuto corporeo e tra potenzialità funzionali generali e relazione oggettuale;
h) elabora e realizza il programma terapeutico che utilizza schemi e progetti neuromotori
come atti mentali e come strumenti cognitivi e meta-cognitivi; utilizza altresì la dinamica
corporea come integrazione delle funzioni mentali e delle relazioni interpersonali;
i) verifica l’adozione di proteri e di ausili rispetto ai compensi neuropsicologici e al rischio
psicopatologico;
l) partecipa alla riabilitazione funzionale in tutte le patologie acute e croniche dell’infanzia;
m) documenta le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata secondo gli obiettivi di
recupero funzionale e le caratteristiche proprie delle patologie che si modificano in
rapporto allo sviluppo.
3. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, svolge attività di studio, di
didattica e di ricerca specifica applicata, e di consulenza professionale, nei servizi sanitari
e nei luoghi in cui si richiede la sua competenza professionale.
4. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva contribuisce alla formazione del
personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo
professionale.
5. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva svolge la sua attività in strutture
pubbliche e private, in regime di dipendenza e libero professionale.

2. 1. Il diploma universitario di terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva,
conseguito ai sensi dell’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.
502, e successive modificazioni, abilita all’esercizio della professione.

volantino tnpee