Giornata informativa gratuita – 16 Novembre 2019

Giorno 16 Novembre 2019 alle ore 15.00 si terrà una giornata informativa gratuita alle ore 15.00 presso il nostro studio sito in Via Chiusi 31 (Nuovo Salario)
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Nel corso dell’evento, con la partecipazione degli esperti presenti, si parlerà di:
Linguaggio — Attenzione e Concentrazione — Movimento e Coordinazione — Lettura e scrittura — Grafismo —
Relazione e Interazione — Emozioni
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La giornata informativa è aperta a genitori, insegnanti, educatori, Medici Pediatri, Neuropsichiatri, Oculisti, specialisti e operatori che si occupano di età evolutiva.
E’ consigliata la prenotazione.

Disgrafia

Secondo le “Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento allegate al Decreto Ministeriale del 12 Luglio 2011” quando si parla di disgrafia si fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; […] che si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura.

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Ma vediamo insieme quali sono i vari aspetti che caratterizzano e/o influiscono la scrittura.

Processo di scrittura

Il bambino che impara a scrivere deve:

Ascoltare –> associare l’immagine mentale –> effettuare articolazione fonemica e analisi della sequenza fonemica –> tenere a mente le regole di conversione fonema-grafema –> procedere con l’ attivazione degli schemi grafomotori

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Spesso oggi  vengono presentati contemporaneamente i diversi allografi (Stampato maiuscolo, Stampato minuscolo, Corsivo minuscolo e maiuscolo), portando il bambino ad un maggiore impegno a livello visivo e motorio, con conseguente aumento di difficoltà nella memorizzazione e nell’esecuzione.

E’ importante ragionare sul fatto che il carattere corsivo prevede un’alternanza nella tensione e nella distensione muscolare, legami tra le lettere con conseguente fluenza e maggiore rapidità rispetto allo stampato; pertanto va considerato che l’apprendimento di tale carattere comporta una maggiore difficoltà. E’necessario, quindi, procedere con l’insegnamento seguendo percorsi preordinati.

Inoltre il corsivo rappresenta il passaggio intermedio per arrivare alla lettura dello stampatello minuscolo in quanto le sagome dei caratteri sono molto affini (Riccardi Ripamanti, 2009).

Se chiediamo a un bambino di scrivere più caratteri senza aver fatto un’adeguata preparazione propedeutica e senza chiare indicazioni sugli elementi che lo costituiscono (gesto e direzione) ne deriverà un apprendimento approssimativo e quindi, nella maggior parte dei casi, potrebbe presentarsi una grafia incerta.

calligrafia-corsivo

Perciò è fondamentale che i bambini facciano quanto più possibile esperienza di attività che sollecitino:

  • Le competenza visuo-percettiva
  • La coordinazione oculo-manuale
  • L’organizzazione spaziale
  • La lateralizzazione
  • La motricità intrinseca digitale
  • ecc…
Postura

Ancora se parliamo di controllo del tratto grafomotorio e di coordinazione oculo-manuale bisogna prestare attenzione alla postura. Spesso i bambini assumono delle posture scorrette o atteggiamenti viziati che possono incrementare l’affaticamento, oltre a condurre, col passare del tempo, ad atteggiamenti viziati della colonna.

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Impugnatura

Riguarda il modo in cui una persona tiene in mano lo strumento grafico (penna, matita, colore, ecc…). Anche l’impugnatura cambia ed evolve durante la crescita, passando da una presa “a pugno chiuso” (globale) fino ad arrivare all’impugnatura a presa tridigitale a dita flesse dinamica, all’incirca l’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Va però detto che sebbene la presa tridigitale sia l’impugnatura più corretta ed ergonomica, in realtà, esistono tanti casi in cui un’impugnatura “personale” non necessariamente la si deve considerare scorretta, specialmente se non determina fatica e dolore durante la scrittura!

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Compito del terapista oltre a definire quali obiettivi, e dunque quali attività, sono necessarie per poter allenare la competenza grafo-motoria, è anche quello di stabilire se introdurre strumenti utili per favorire una più funzionale impugnatura e un maggiore controllo dell’atto grafico.

  • Penne e matite con impugnatura ergonomica
  • Grips
  • Quaderni con righe evidenziate
Fattori di rischio
  • Lateralizzazione non stabilizzata
  • Presa dello strumento grafico immatura
  • Disegno immaturo
  • Tratto troppo marcato o troppo leggero
  • Disorganizzazione spaziale
  • Stancabilità
Suggerimenti

Si consiglia dunque, specialmente in età prescolare, di proporre tutte quelle attività manuali che permettono al bambino di fare esperienza di gestualità, motricità fine, coordinazione delle due mani, controllo e attenzione visiva: date sfogo alla creatività! Disegnare, colorare, pregrafismo, ritagliare e incollare, fare collane, decoupage, lavoretti, incastri e costruzioni, chiodini e autonomie di abbigliamento (bottoni, zip, cinghie, ecc…).

In caso di dubbio del genitore o dell’insegnante è sempre bene considerare la possibilità di effettuare un accertamento attraverso la Valutazione Funzionale di un professionista sanitario della riabilitazione.

 

(Alcune immagini utilizzate sono state prese dal Web, come immagini di libero utilizzo anche ai fini commerciali; queste appartengono ai legittimi proprietari. Nel caso notaste delle violazioni nell’utilizzo delle immagini sarà sufficiente comunicarcelo che provvederemo nel più breve tempo possibile.)

Progetto VisivaMente

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Giorno 5 maggio 2018 alle ore 16.00 si terrà la giornata informativa gratuita sul

Progetto VisivaMente

presso lo Studio di Logopedia e Neuropsicomotricità Nuovo Salario, in Via Chiusi 31.
Il Progetto VisivaMente propone un Training visivo integrato con due figure specializzate nel settore: Dott.ssa Valeria Zancana TNPEE e Dott.ssa Miriana Vassallucci Ortottista.
La giornata informativa è aperta a genitori, insegnanti, educatori, Medici Pediatri, Neuropsichiatri, Oculisti, specialisti e operatori che si occupano di età evolutiva.
E’ necessaria la prenotazione.

Volantino Progetto VisivaMente

La valutazione qualitativa “Neuropsicomotoria” del Disegno

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Kristian (7 anni): “Col disegno puoi disegnare alcune cose, io disegno poco, mi piace un po’. Ai bambini i disegni piacciono perché si può disegnare, si può colorare, si può giocare, si può fare un regalo (tipo i cuori), ma si possono fare anche i soldi finti per giocare!”.

Il disegno dei bambini nell’immaginario collettivo spesso rappresenta un’espressione ludica; questo è indubbiamente vero, ma non rende del tutto giustizia alla valenza che il disegno possiede in termini di espressione emotiva, competenza cognitiva, esecuzione fine-motoria, capacità attentiva, coordinazione oculo-manuale, organizzazione spaziale e temporale. Si può infatti definire l’atto del disegnare come un sistema complesso che implica molte e differenti competenze simultaneamente.

Per tutte queste ragioni il disegno da sempre interessa (ed affascina) gli esperti che studiano lo sviluppo del bambino e sono stati proposti negli anni molti protocolli e test valutativi pensati per indagare tale competenza, andando ad analizzare gli aspetti psicologici, o gli aspetti ideativi o ancora quelli esecutivi.

Riferendoci poi, nello specifico, alla figura professionale del TNPEE, che va a lavorare sull’integrazione di tutte le aree di sviluppo del bambino, il disegno viene quotidianamente utilizzato come strumento e valutativo e terapeutico. Tuttavia l’argomento tanto dibattuto risulta ancora poco “standardizzato” specialmente in termini valutativi. […]

Tra le aree di sviluppo analizzate all’interno della Valutazione Neuropsicomotoria viene in genere inserito il “Livello Grafico”. Solitamente l’analisi di questo livello è di tipo qualitativo, si può chiedere al bambino di effettuare un disegno a piacere, un disegno su richiesta, che spesso riguarda la rappresentazione della figura umana e/o della casa o, ancora, rappresentazioni piuttosto comuni, come il prato, il cielo, il sole, ecc…; spesso viene richiesto in aggiunta a questi l’esecuzione del “disegno cognitivo” (di cui parleremo in un post successivo).

Ciò che il terapista va ad osservare è l’elaborazione del disegno, che fornisce degli indizi circa il livello di sviluppo attuale del bambino, in relazione all’età cronologica, quindi ad es. se stiamo valutando un bambino di 5 anni ci aspetteremo che la figura umana sia completa di tutte le parti del corpo e che compaiano i primi particolari “accessori” come, ad esempio, i bottoni, le scritte sui vestiti, un pallone da calcio e così via. Un’altra osservazione riguarda la “ambientazione”, se viene rappresentata, da cosa è composta, se è essenziale, se si ripete sempre allo stesso modo da un disegno all’altro, o se è, invece, ricca e fantasiosa, ecc…

Il Terapista andrà dunque ad osservare l’utilizzo dello spazio all’interno del foglio: vedrà se il bambino decide di utilizzare tutto lo spazio a sua disposizione, oppure se preferisce limitarsi ad una porzione, per esempio solo quella inferiore o solo quella superiore, o ancora se andrà ad utilizzarne solo una metà; a tal proposito è sempre bene indagare anche le competenze visive, attraverso i test visuo-percettivi, ma, se necessario, anche richiedendo un consulto specialistico di figure quali Ortottista e/o Oculista (si pensi ad es. al fenomeno del Neglect riscontrabile in alcune forme di emiparesi in cui il soggetto presenta un’esclusione a livello attentivo, visivo, ma anche uditivo e sensoriale in generale verso l’emi-spazio controlaterale alla lesione).

Risulta importante inoltre l’analisi del tratto grafico: questo può essere sicuro e lineare, incerto e/o tremolante, marcato o leggere, continuo o segmentato, e lo si può osservare in fase di disegno (tracciato) ma anche durante la fase del colorare; si andrà quindi ad esaminare anche la capacità o meno di rimanere all’interno dei bordi tracciati e di colorare in modo uniforme senza lasciare spazi bianchi, utilizzando un’unica direzione oppure no.

A questo punto sarà importante effettuare un esame dell’impugnatura dello strumento grafico, osservare se il bambino sceglie una sola mano, e quale, o se non è ancora maturato il processo di lateralizzazione.

Al di là del tipo di impugnatura, più o meno corretta che il bambino può utilizzare, anche in base alla fase di sviluppo, è importante riuscire a riconoscere se quella specifica impugnatura risulta essere funzionale per quel singolo bambino: ciò significa che se, per es. in fase di scrittura, egli non lamenta stancabilità, dolore, sudorazione, ecc… quell’impugnatura potrebbe essere considerata per lui efficace.

Oltre agli indizi riguardanti il livello cognitivo del bambino, il disegno ci permette di indagare su determinati parametri che possono essere indice di successive difficoltà a livello grafo-motorio in fase di apprendimento della scrittura ed in particolare del carattere corsivo.

Questi segnali di rischio sono:

  • Lateralizzazione non stabilizzata
  • Presa dello strumento grafico immatura
  • Disegno immaturo
  • Tratto troppo marcato o troppo leggero
  • Disorganizzazione spaziale
  • Stancabilità

Per concludere, come già esplicitato in precedenza, la valutazione del disegno rappresenta solo una parte della Valutazione Neuropsicomotoria, non è dunque la sola analisi del disegno del bambino a determinare la presenza o meno di una difficoltà. Il disegno, però, insieme a tutti gli altri dati emersi dalla Valutazione (a livello comportamentale, motorio-prassico, ludico, linguistico) si rivela molto utile ed interessante per poter tracciare il profilo di sviluppo del bambino e per poter elaborare, qualora fosse necessario, il programma riabilitativo specifico ed individualizzato.