Emergenza Covid19… come proseguire con i trattamenti?

Questi sono giorni di grande confusione, paura, disagio, sbandamento e rammarico…

Noi Professionisti Sanitari della Riabilitazione ci siamo ritrovati a dover decidere, in molti casi, secondo il proprio buon senso, su come procedere con il nostro lavoro, che resta sempre un servizio sanitario.

Oltre le buone norme igieniche, che giustamente il Ministero della Salute ha raccomandato a CIASCUN cittadino, non abbiamo avuto molte altre indicazioni.

Tuttavia cosa possiamo fare noi tutti in questo momento così caotico?

Sicuramente essere responsabili e cercare, ciascuno di noi, di portare avanti il proprio lavoro… ritengo che portare avanti i nostri obiettivi professionali può realmente contribuire a fare del bene per noi, per gli altri e per la collettività.

Oggi le tecnologie ci vengono in aiuto e ci permettono di svolgere attività che un decennio fa non avremmo neanche immaginato.

Le Università, le Scuole, molti uffici si stanno attrezzando nel breve tempo grazie allo Smart Working.

Per noi Terapisti, forse non proprio per tutti, è una possibilità di lavoro tutta nuova e non di semplice applicazione, dato che molto del nostro lavoro si basa sul contatto fisico e sull’utilizzo di materiale concreto; ciò nonostante nulla è impossibile e dall’emergenza nascono nuove opportunità, stimoli, idee, risorse che magari non pensavamo di possedere o di utilizzare. Se ciò ci permette di mantenere il nostro dovere morale e professionale, garantendo la continuità terapeutica…perchè no?

Quindi VIA LIBERA alle nostre terapie online! Sarà l’occasione per lavorare con i nostri bambini sulla familiarizzazione con strumenti telematici, ciò può contribuire, inoltre, alla loro futura autonomia nel mondo digitale, che sicuramente utilizzeranno da adulti.

Buon Lavoro allora a Voi e a Noi.

Disgrafia

Secondo le “Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento allegate al Decreto Ministeriale del 12 Luglio 2011” quando si parla di disgrafia si fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; […] che si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura.

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Ma vediamo insieme quali sono i vari aspetti che caratterizzano e/o influiscono la scrittura.

Processo di scrittura

Il bambino che impara a scrivere deve:

Ascoltare –> associare l’immagine mentale –> effettuare articolazione fonemica e analisi della sequenza fonemica –> tenere a mente le regole di conversione fonema-grafema –> procedere con l’ attivazione degli schemi grafomotori

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Spesso oggi  vengono presentati contemporaneamente i diversi allografi (Stampato maiuscolo, Stampato minuscolo, Corsivo minuscolo e maiuscolo), portando il bambino ad un maggiore impegno a livello visivo e motorio, con conseguente aumento di difficoltà nella memorizzazione e nell’esecuzione.

E’ importante ragionare sul fatto che il carattere corsivo prevede un’alternanza nella tensione e nella distensione muscolare, legami tra le lettere con conseguente fluenza e maggiore rapidità rispetto allo stampato; pertanto va considerato che l’apprendimento di tale carattere comporta una maggiore difficoltà. E’necessario, quindi, procedere con l’insegnamento seguendo percorsi preordinati.

Inoltre il corsivo rappresenta il passaggio intermedio per arrivare alla lettura dello stampatello minuscolo in quanto le sagome dei caratteri sono molto affini (Riccardi Ripamanti, 2009).

Se chiediamo a un bambino di scrivere più caratteri senza aver fatto un’adeguata preparazione propedeutica e senza chiare indicazioni sugli elementi che lo costituiscono (gesto e direzione) ne deriverà un apprendimento approssimativo e quindi, nella maggior parte dei casi, potrebbe presentarsi una grafia incerta.

calligrafia-corsivo

Perciò è fondamentale che i bambini facciano quanto più possibile esperienza di attività che sollecitino:

  • Le competenza visuo-percettiva
  • La coordinazione oculo-manuale
  • L’organizzazione spaziale
  • La lateralizzazione
  • La motricità intrinseca digitale
  • ecc…
Postura

Ancora se parliamo di controllo del tratto grafomotorio e di coordinazione oculo-manuale bisogna prestare attenzione alla postura. Spesso i bambini assumono delle posture scorrette o atteggiamenti viziati che possono incrementare l’affaticamento, oltre a condurre, col passare del tempo, ad atteggiamenti viziati della colonna.

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Impugnatura

Riguarda il modo in cui una persona tiene in mano lo strumento grafico (penna, matita, colore, ecc…). Anche l’impugnatura cambia ed evolve durante la crescita, passando da una presa “a pugno chiuso” (globale) fino ad arrivare all’impugnatura a presa tridigitale a dita flesse dinamica, all’incirca l’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Va però detto che sebbene la presa tridigitale sia l’impugnatura più corretta ed ergonomica, in realtà, esistono tanti casi in cui un’impugnatura “personale” non necessariamente la si deve considerare scorretta, specialmente se non determina fatica e dolore durante la scrittura!

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Compito del terapista oltre a definire quali obiettivi, e dunque quali attività, sono necessarie per poter allenare la competenza grafo-motoria, è anche quello di stabilire se introdurre strumenti utili per favorire una più funzionale impugnatura e un maggiore controllo dell’atto grafico.

  • Penne e matite con impugnatura ergonomica
  • Grips
  • Quaderni con righe evidenziate
Fattori di rischio
  • Lateralizzazione non stabilizzata
  • Presa dello strumento grafico immatura
  • Disegno immaturo
  • Tratto troppo marcato o troppo leggero
  • Disorganizzazione spaziale
  • Stancabilità
Suggerimenti

Si consiglia dunque, specialmente in età prescolare, di proporre tutte quelle attività manuali che permettono al bambino di fare esperienza di gestualità, motricità fine, coordinazione delle due mani, controllo e attenzione visiva: date sfogo alla creatività! Disegnare, colorare, pregrafismo, ritagliare e incollare, fare collane, decoupage, lavoretti, incastri e costruzioni, chiodini e autonomie di abbigliamento (bottoni, zip, cinghie, ecc…).

In caso di dubbio del genitore o dell’insegnante è sempre bene considerare la possibilità di effettuare un accertamento attraverso la Valutazione Funzionale di un professionista sanitario della riabilitazione.

 

(Alcune immagini utilizzate sono state prese dal Web, come immagini di libero utilizzo anche ai fini commerciali; queste appartengono ai legittimi proprietari. Nel caso notaste delle violazioni nell’utilizzo delle immagini sarà sufficiente comunicarcelo che provvederemo nel più breve tempo possibile.)

Progetto VisivaMente

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Giorno 5 maggio 2018 alle ore 16.00 si terrà la giornata informativa gratuita sul

Progetto VisivaMente

presso lo Studio di Logopedia e Neuropsicomotricità Nuovo Salario, in Via Chiusi 31.
Il Progetto VisivaMente propone un Training visivo integrato con due figure specializzate nel settore: Dott.ssa Valeria Zancana TNPEE e Dott.ssa Miriana Vassallucci Ortottista.
La giornata informativa è aperta a genitori, insegnanti, educatori, Medici Pediatri, Neuropsichiatri, Oculisti, specialisti e operatori che si occupano di età evolutiva.
E’ necessaria la prenotazione.

Volantino Progetto VisivaMente

Intervista a Radio Radio FM 104.5

Intervista a Radio Radio FM 104.5 sulla Figura professionale del TNPEE

Alcune delle domande presenti nell’intervista:

  • Chi è il TNPEE?
  • Di cosa si occupa?
  • Quali sono i segnali che possono indurre un genitore a rivolgersi ad uno specialista dell’Età Evolutiva quale un TNPEE?
  • In cosa consiste l’intervento del TNPEE?

 

Chi è il TNPEE

D.M. 17 gennaio 1997, n. 56
Regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo
professionale del terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva.
————————
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 14 marzo 1997, n. 61.

1. 1. È individuata la figura professionale del terapista della neuro e psicomotricità dell’età
evolutiva, con il seguente profilo: il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge, in
collaborazione con l’équipe multiprofessionale di neuropsichiatria infantile e in
collaborazione con le altre discipline dell’area pediatrica, gli interventi di prevenzione,
terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili, nelle aree della neuropsicomotricità,
della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo.
2. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, in riferimento alle diagnosi e
alle prescrizioni mediche, nell’ambito delle specifiche competenze:
a) adatta gli interventi terapeutici alle peculiari caratteristiche dei pazienti in età evolutiva
con quadri clinici multiformi che si modificano nel tempo in relazione alle funzioni
emergenti;
b) individua ed elabora, nell’équipe multiprofessionale, il programma di prevenzione, di
terapia e riabilitazione volto al superamento del bisogno di salute del bambino con
disabilità dello sviluppo;
c) attua interventi terapeutici e riabilitativi nei disturbi percettivo-motori, neurocognitivi e nei
disturbi di simbolizzazione e di interazione del bambino fin dalla nascita;
d) attua procedure rivolte all’inserimento dei soggetti portatori di disabilità e di handicap
neuro-psicomotorio e cognitivo; collabora all’interno dell’équipe multiprofessionale con gli
operatori scolastici per l’attuazione della prevenzione, della diagnosi funzionale e del
profilo dinamico-funzionale del piano educativo individualizzato;
e) svolge attività terapeutica per le disabilità neuro-psicomotorie, psicomotorie e
neuropsicologiche in età evolutiva utilizzando tecniche specifiche per fascia d’età e per
singoli stadi di sviluppo;
f) attua procedure di valutazione dell’interrelazione tra funzioni affettive, funzioni cognitive
e funzioni motorie per ogni singolo disturbo neurologico, neuropsicologico e
psicopatologico dell’età evolutiva;
g) identifica il bisogno e realizza il bilancio diagnostico e terapeutico tra rappresentazione
somatica e vissuto corporeo e tra potenzialità funzionali generali e relazione oggettuale;
h) elabora e realizza il programma terapeutico che utilizza schemi e progetti neuromotori
come atti mentali e come strumenti cognitivi e meta-cognitivi; utilizza altresì la dinamica
corporea come integrazione delle funzioni mentali e delle relazioni interpersonali;
i) verifica l’adozione di proteri e di ausili rispetto ai compensi neuropsicologici e al rischio
psicopatologico;
l) partecipa alla riabilitazione funzionale in tutte le patologie acute e croniche dell’infanzia;
m) documenta le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata secondo gli obiettivi di
recupero funzionale e le caratteristiche proprie delle patologie che si modificano in
rapporto allo sviluppo.
3. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, svolge attività di studio, di
didattica e di ricerca specifica applicata, e di consulenza professionale, nei servizi sanitari
e nei luoghi in cui si richiede la sua competenza professionale.
4. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva contribuisce alla formazione del
personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo
professionale.
5. Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva svolge la sua attività in strutture
pubbliche e private, in regime di dipendenza e libero professionale.

2. 1. Il diploma universitario di terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva,
conseguito ai sensi dell’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.
502, e successive modificazioni, abilita all’esercizio della professione.

volantino tnpee