Percorso Psicomotorio…in casa!

Queste lunghe giornate a casa stanno mettendo a dura prova tutti noi…

Sempre più ci stiamo dedicando ad attività sedentarie, per necessità ed esigenza, dovendo passare tanto tempo (se non tutto) in casa.

I bambini poi, se non hanno uno spazio esterno in cui muoversi liberamente, è difficile che facciano giochi di movimento dentro casa.

Da queste riflessioni ho pensato di “progettare” insieme ai miei bambini dei piccoli percorsi psicomotori da effettuare in casa (o in giardino!), con materiali facilmente reperibili… e devo dire che è stato un gran successo!

In allegato trovate un esempio da poter replicare facilmente con i vostri bambini.

Buon divertimento!

Percorso psicomotorio in casa1

Giornata informativa gratuita – 16 Novembre 2019

Giorno 16 Novembre 2019 alle ore 15.00 si terrà una giornata informativa gratuita alle ore 15.00 presso il nostro studio sito in Via Chiusi 31 (Nuovo Salario)
__________________________________________________________________
Nel corso dell’evento, con la partecipazione degli esperti presenti, si parlerà di:
Linguaggio — Attenzione e Concentrazione — Movimento e Coordinazione — Lettura e scrittura — Grafismo —
Relazione e Interazione — Emozioni
___________________________________________________________________
La giornata informativa è aperta a genitori, insegnanti, educatori, Medici Pediatri, Neuropsichiatri, Oculisti, specialisti e operatori che si occupano di età evolutiva.
E’ consigliata la prenotazione.

Chi è l’Ortottista?

ort4

Oggi voglio proporvi il seguente articolo scritto dalla collega Miriana Vassallucci, Dott.ssa Ortottista ed assistente in oftalmologia, ribadendo l’importanze del lavoro di equipe e dell’intervento multidisciplinare.

Buona lettura

 

linea separatrice

L’Ortottista è un professionista sanitario che ha conseguito la laurea in “Ortottica ed assistenza oftalmologica”, appartenente alla facoltà di Medicina e Chirurgia.

ort1

L’ortottista si occupa di:

  • Prevenzione, valutazione e riabilitazione dei disturbi visivi che impediscono una «visione binoculare» normale (la visione dei due occhi insieme);
  • Strabismo a tutte le età: l’intervento dell’ortottista nel bambino ha lo scopo di individuare precocemente l’ambliopia (il così detto “occhio pigro”) e di riabilitare la motricità oculare. Nell’adulto invece mira a risolvere dal punto di vista funzionale il problema della diplopia (o visione sdoppiata);
  • Studio dei movimenti oculari, essenziali nella letto-scrittura e nei disturbi dovuti alla cattiva postura;
  • Ipovisione, in età pediatrica ed adulta;
  • Esame della refrazione;
  • Esami strumentali oculistici Es: esame del campo visivo, tonometria, topografia corneale, OCT, esami elettrofisiologici ecc.;
  • Assistenza nella sala operatoria in interventi di chirurgia oftalmica.

Svolge la sua attività in collaborazione con Medici ed altre Professioni sanitarie, nelle vesti di libero professionista o come dipendente presso diverse strutture:

  • Strutture del Servizio Sanitario Nazionale o analoghe strutture private (ospedali, cliniche, ambulatori, studi medici)
  • Servizi di Neuropsichiatria Infantile e di Riabilitazione
  • Centri di Ipovisione

 

La riabilitazione ortottica nei DSA, ADHD e DCDort3

Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione degli esperti riguardo il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), perché sono cambiate le nostre esigenze visive e culturali. I bambini con DSA vengono seguiti da un’equipe multidisciplinare, che include lo psicologo, il neuropscichiatra infantile, il logopedista, il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, l’oculista ed anche l’ortottista. La presa in carico del paziente è infatti un processo integrato e continuativo che garantisce interventi utili a ridurre il disturbo ma soprattutto a favorire l’inserimento scolastico, sociale e lavorativo del piccolo paziente.

Il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) può riguardare:

  • Dislessia, disturbo nella lettura
  • Disortografia, disturbo nella scrittura
  • Disgrafia, disturbo nella grafia
  • Discalculia, disturbo nelle abilità di numero e calcolo

Spesso nel bambino sono presenti due o più di queste condizioni di DSA, e possono associarsi a disturbi neuropsicologici, tra cui il disturbo dell’Attenzione con Iperattività (ADHD) e il deficit di coordinazione motoria (DCD).

La figura dell’ortottista nei DSA, ADHD e nei DCD valuta e riabilita, se necessario, i movimenti oculari (saccadici e lenti di inseguimento), fondamentali nelle attività di lettura, scrittura e correttezza ortografica. Diversi studi hanno infatti dimostrato che i movimenti oculari, se alterati, possono influire sulla resa scolastica del bambino sommandosi ad eventuali difficoltà di base ed interferendo anche sull’attenzione e la concentrazione.

Il trattamento ortottico avrà quindi lo scopo di potenziare la correttezza e la precisione dei movimenti oculari, delle abilità oculo-motorie e visuo-percettive, aiutando così il bambino non solo nello svolgimento delle attività scolastiche ma anche in tutte quelle attività di vita quotidiana che vedono interessate queste abilità.

Attenzione: Una visita oculistica di routine, specialmente se non associata ad una valutazione ortottica, può non identificare la difficoltà nei movimenti oculari!

 

Che cos’è l’Ambliopia?

ort2

L’Ambliopia, conosciuta come “occhio pigro”, consiste in un’alterazione della funzione visiva che si traduce in una diminuzione dell’acuità visiva (visus) non correggibile con gli occhiali. Si manifesta in età infantile e può migliorare se si interviene tempestivamente. Le cause più frequenti dell’insorgenza dell’ ”occhio pigro” sono: strabismo, difetti refrattivi non corretti (miopia, ipermetropia ed astigmatismo), differenza di difetto di vista tra un occhio e l’altro, anomalie presenti alla nascita (come abbassamento della palpebra o cataratta). La terapia antiambliopica deve essere iniziata il prima possibile e consiste perlopiù nell’uso di bende oculari (occlusione). La durata e il dosaggio del trattamento variano secondo l’età del paziente, l’entità dell’ambliopia e la collaborazione della famiglia del bambino.

Dott.ssa Ortottista Miriana Vassallucci

 

 

Parliamo di Massaggio Infantile AIMI

Immagine

  • Cos’è il Massaggio Infantile?

Il Massaggio Infantile secondo il Programma AIMI rappresenta un’esperienza meravigliosa, attraverso cui promuovere il contatto e fortificare la relazione tra genitori e figli, aiutando i primi a scoprirsi più consapevoli e competenti, i secondi a sentirsi accolti ed amati. Il Corso di Massaggio Infantile non consta soltanto dell’apprendimento della  sequenza dei massaggi, ma permette di fare tesoro di esperienze riguardanti la relazione genitore-bambino, promuove la costruzione di una rete sociale in piccolo gruppo che concede di approfondire argomenti d’interesse all’interno di un contesto sicuro. Ogni momento del corso ha un suo perché ed una sua validità.

  • Chi effettua il massaggio?

Il Massaggio Infantile dà la possibilità di approfondire la conoscenza del bambino e rappresenta un momento di scambio molto importante e intimo, pertanto non è pensabile che tale esperienza possa essere vissuta da chi non è Genitore del bambino. L’Insegnante di Massaggio Infantile AIMI insegna ai genitori a massaggiare i loro bambini e guida il gruppo durante l’esperienza, le discussioni e gli approfondimenti teorici.

  • Quali sono le origini del Programma di Massaggio Infantile AIMI?

Il Programma di Massaggio Infantile secondo AIMI è stato ideato da Vimala McClure, (americana del Colorado, che ha operato per la diffusione del massaggio infantile in occidente) fondatrice dell’associazione IAIM (International Association of Infant Massage), la quale ha elaborato una combinazione di elementi di Massaggio Indiano e Svedese più alcuni principi di yoga e riflessologia. (per ulteriori approfondimenti: https://www.aimionline.it/massaggio_infantile)

  • Quali sono i benefici del Programma di Massaggio Infantile AIMI?

Per rispondere al meglio a questa domanda possiamo categorizzare i benefici in 4 categorie:

Interazione: favorisce l’empatia, l’interazione, la comunicazione a livello verbale e non verbale, inltre supporta il processo di bonding e attaccamento

Stimolazione: dei diversi sistemi e apparati del bambino (nervoso, digerente, circolatorio, vestibolare, respiratorio, ormonale, muscolare) favorendone la maturazione

Sollievo: da fastidi quali coliche, stipsi, rinite, tensioni muscolari, ipesensibilità al contatto

Rilassamento: miglioramento dei ritmi sonno/veglia, regolarizzazione degli stati comportamentali, riduzione dei livelli di stress e degli ormoni ad esso correlati, maggiore capacità di autoconsolazione e autoregolazione.

  • Perchè frequentare un Corso di Massaggio Infantile AIMI?

Personalmente ritengo che il Corso di Massaggio Infantile secondo il Programma AIMI rappresenti un’esperienza unica e ricchissima, in grado di fornire un ottimo spunto di riflessione sulla genitorialità e sulla maggior parte degli argomenti d’interesse dei neo-genitori.

Inoltre se un bambino ha l’opportunità di fare un’esperienza quale quella del Massaggio Infantile sarà molto probabilmente un bambino più sereno, un bambino ben compreso dai genitori, che hanno allenato la loro capacità di leggere i segnali; l’interazione all’interno della diade sarà più forte e ciò va ad incrementare la capacità di resilienza del bambino e dell’adulto che diverrà in futuro. Tutto questo a catena andrà anche ad influire le relazioni future che il bambino si costruirà e quindi anche quelle con i suoi figli.

La valutazione qualitativa “Neuropsicomotoria” del Disegno

IMG_20160707_191448.jpg

Kristian (7 anni): “Col disegno puoi disegnare alcune cose, io disegno poco, mi piace un po’. Ai bambini i disegni piacciono perché si può disegnare, si può colorare, si può giocare, si può fare un regalo (tipo i cuori), ma si possono fare anche i soldi finti per giocare!”.

Il disegno dei bambini nell’immaginario collettivo spesso rappresenta un’espressione ludica; questo è indubbiamente vero, ma non rende del tutto giustizia alla valenza che il disegno possiede in termini di espressione emotiva, competenza cognitiva, esecuzione fine-motoria, capacità attentiva, coordinazione oculo-manuale, organizzazione spaziale e temporale. Si può infatti definire l’atto del disegnare come un sistema complesso che implica molte e differenti competenze simultaneamente.

Per tutte queste ragioni il disegno da sempre interessa (ed affascina) gli esperti che studiano lo sviluppo del bambino e sono stati proposti negli anni molti protocolli e test valutativi pensati per indagare tale competenza, andando ad analizzare gli aspetti psicologici, o gli aspetti ideativi o ancora quelli esecutivi.

Riferendoci poi, nello specifico, alla figura professionale del TNPEE, che va a lavorare sull’integrazione di tutte le aree di sviluppo del bambino, il disegno viene quotidianamente utilizzato come strumento e valutativo e terapeutico. Tuttavia l’argomento tanto dibattuto risulta ancora poco “standardizzato” specialmente in termini valutativi. […]

Tra le aree di sviluppo analizzate all’interno della Valutazione Neuropsicomotoria viene in genere inserito il “Livello Grafico”. Solitamente l’analisi di questo livello è di tipo qualitativo, si può chiedere al bambino di effettuare un disegno a piacere, un disegno su richiesta, che spesso riguarda la rappresentazione della figura umana e/o della casa o, ancora, rappresentazioni piuttosto comuni, come il prato, il cielo, il sole, ecc…; spesso viene richiesto in aggiunta a questi l’esecuzione del “disegno cognitivo” (di cui parleremo in un post successivo).

Ciò che il terapista va ad osservare è l’elaborazione del disegno, che fornisce degli indizi circa il livello di sviluppo attuale del bambino, in relazione all’età cronologica, quindi ad es. se stiamo valutando un bambino di 5 anni ci aspetteremo che la figura umana sia completa di tutte le parti del corpo e che compaiano i primi particolari “accessori” come, ad esempio, i bottoni, le scritte sui vestiti, un pallone da calcio e così via. Un’altra osservazione riguarda la “ambientazione”, se viene rappresentata, da cosa è composta, se è essenziale, se si ripete sempre allo stesso modo da un disegno all’altro, o se è, invece, ricca e fantasiosa, ecc…

Il Terapista andrà dunque ad osservare l’utilizzo dello spazio all’interno del foglio: vedrà se il bambino decide di utilizzare tutto lo spazio a sua disposizione, oppure se preferisce limitarsi ad una porzione, per esempio solo quella inferiore o solo quella superiore, o ancora se andrà ad utilizzarne solo una metà; a tal proposito è sempre bene indagare anche le competenze visive, attraverso i test visuo-percettivi, ma, se necessario, anche richiedendo un consulto specialistico di figure quali Ortottista e/o Oculista (si pensi ad es. al fenomeno del Neglect riscontrabile in alcune forme di emiparesi in cui il soggetto presenta un’esclusione a livello attentivo, visivo, ma anche uditivo e sensoriale in generale verso l’emi-spazio controlaterale alla lesione).

Risulta importante inoltre l’analisi del tratto grafico: questo può essere sicuro e lineare, incerto e/o tremolante, marcato o leggere, continuo o segmentato, e lo si può osservare in fase di disegno (tracciato) ma anche durante la fase del colorare; si andrà quindi ad esaminare anche la capacità o meno di rimanere all’interno dei bordi tracciati e di colorare in modo uniforme senza lasciare spazi bianchi, utilizzando un’unica direzione oppure no.

A questo punto sarà importante effettuare un esame dell’impugnatura dello strumento grafico, osservare se il bambino sceglie una sola mano, e quale, o se non è ancora maturato il processo di lateralizzazione.

Al di là del tipo di impugnatura, più o meno corretta che il bambino può utilizzare, anche in base alla fase di sviluppo, è importante riuscire a riconoscere se quella specifica impugnatura risulta essere funzionale per quel singolo bambino: ciò significa che se, per es. in fase di scrittura, egli non lamenta stancabilità, dolore, sudorazione, ecc… quell’impugnatura potrebbe essere considerata per lui efficace.

Oltre agli indizi riguardanti il livello cognitivo del bambino, il disegno ci permette di indagare su determinati parametri che possono essere indice di successive difficoltà a livello grafo-motorio in fase di apprendimento della scrittura ed in particolare del carattere corsivo.

Questi segnali di rischio sono:

  • Lateralizzazione non stabilizzata
  • Presa dello strumento grafico immatura
  • Disegno immaturo
  • Tratto troppo marcato o troppo leggero
  • Disorganizzazione spaziale
  • Stancabilità

Per concludere, come già esplicitato in precedenza, la valutazione del disegno rappresenta solo una parte della Valutazione Neuropsicomotoria, non è dunque la sola analisi del disegno del bambino a determinare la presenza o meno di una difficoltà. Il disegno, però, insieme a tutti gli altri dati emersi dalla Valutazione (a livello comportamentale, motorio-prassico, ludico, linguistico) si rivela molto utile ed interessante per poter tracciare il profilo di sviluppo del bambino e per poter elaborare, qualora fosse necessario, il programma riabilitativo specifico ed individualizzato.